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fatte, mostrò quanto in arme valea,
e suoi sospiri e gli altri pianti amari
che per loro operare avuti avea,
oltre ogni stima li vendea lor cari,
non però quanto l ira sua volea;
ma morte poi, ch ogni cosa disface,
amore e la sua guerra pose in pace.
Letteratura italiana Einaudi 220
Giovanni Boccaccio - Filostrato
PARTE OTTAVA
Qui comincia l ottava parte del Filostrato, nella quale
primieramente Troiolo con lettere e con ambasciate ri-
tenta Criseida, la quale il mena per parole; appresso, per
un vestimento tratto da Deifobo a Diomede, conosce
Troiolo, a un fermaglio il quale v era, Criseida esser di
Diomede; duolsene con Pandaro e del tutto si dispera, e
ultimamente ucciso da Achille finiscono i suoi dolori.
E primamente Troiolo con lettere e con ambasciate ri-
tenta la fede e l amore di Criseida.
1
Egli era, com è detto, a sofferire
già adusato, e più nel fece forte
l alto dolor, da non poter mai dire,
che l padre, ed egli e fratei per la morte
ebber d Ettòr, nel cui sovrano ardire
e le fortezze e le mura e le porte
credien di Troia, il qual lunga stagione
li tenne in pianto ed in tribulazione.
2
Ma non per ciò amor si dipartia,
come ch assai mancasse la speranza;
anzi cercava in ogni modo e via,
come suole esser degli amanti usanza,
di poter riaver, qual solea pria,
la dolce sua ed unica intendanza;
lei del non ritornar sempre scusando,
per non poter ciò essere stimando.
Letteratura italiana Einaudi 221
Giovanni Boccaccio - Filostrato
3
Ei le mandò più lettere, scrivendo
quel che sentia per lei la notte e l giorno,
e l dolce tempo a mente riducendo,
e la fede promessa del ritorno,
spesse fiate ancora riprendendo
cortesemente il suo lungo soggiorno;
mandovvi Pandar, qualora tra essi
o triegue o patti alcun furon promessi.
4
Ed el similmente ebbe in pensiero
ancor più volte di volervi andare,
di pellegrino in abito leggero,
ma sì non si sapeva contraffare
che gli paresse assai coprire il vero,
né scusa degna sapeva trovare
da dir, se fosse stato conosciuto
in abito cotanto disparuto.
5
Né altro aveva da lei che parole
belle e promesse grandi sanza effetto,
onde a presumer cominciò che fole
eran tututte, ed a prender sospetto
di ciò che era ver, sì come suole
spesso avvenire a chi sanza difetto
riguarda in fra le cose c ha per mano;
per che non fu il suo sospetto vano.
6
E ben conobbe che novello amore
era cagion di tante e tai bugie,
Letteratura italiana Einaudi 222
Giovanni Boccaccio - Filostrato
seco affermando che giammai nel core
né paterne lusinghe mai, né pie
carezze avuto avrien tanto valore;
né gli era luogo a veder per quai vie
più s accertasse di ciò che mostrato
già gli aveva il suo sogno sventurato.
7
Al quale amor raccorciata la fede
aveva molto, sì com egli avviene
che colui ch ama mal volentier crede
cosa ch accresca amando le sue pene;
ma che pur fosse ver di Diomede,
come pria sospettò, fé ne gli fene
non molto poi un caso, che gli tolse
ciascuna scusa, ed a creder lo volse.
Mostrava Deifobo per Troia un vestimento da lui tratto nella
battaglia a Diomede, nel quale Troiolo conobbe un fermaglio
da lui donato a Criseida.
8
Stavasi Troiol non sanza tormento
del suo amore timido e sospeso,
quand egli udì, dopo un combattimento
tra li Greci e Troiani assai disteso
fatto, con uno ornato vestimento,
a Diomede gravemente offeso
tratto, tornar Deifobo pomposo
di cotal preda, e seco assai gioioso.
9
E mentre che portarlosi davanti
facea per Troia, Troiol sopravvenne,
Letteratura italiana Einaudi 223
Giovanni Boccaccio - Filostrato
e molto il commendò fra tutti quanti,
e per vederlo meglio alquanto il tenne;
e mentre e rimirava, gli occhi erranti
or qua or là d intorno a tutto, avvenne
che esso vide nel petto un fermaglio
d oro, lì posto forse per fibbiaglio.
10
Il quale esso conobbe incontanente,
sì come quei che l aveva donato
a Criseida, allora che dolente
partendosi da lei, preso commiato
quella mattina avea ch ultimamente
era la notte con lei dimorato;
laonde disse: Io veggio pur ch è vero
il sogno ed il sospetto e l mio pensiero.
Troiolo si duole insieme con Pandaro dello inganno di Crisei-
da, il quale apertamente è conosciuto.
11
Quindi partito, Troiolo chiamare
Pandar si fé, il quale a lui venuto,
si cominciò con pianto a rammarcare
del lungo amore il quale avea tenuto
a Criseida sua, ed a mostrare
aperto il tradimento ricevuto
gli cominciò, dolendosene forte,
sol per ristoro chiedendo la morte.
12
E cominciò così piangendo a dire:
O Criseida mia, dov è la fede,
Letteratura italiana Einaudi 224
Giovanni Boccaccio - Filostrato
dov è l amor, dov è ora il disire,
dov è la tanto gridata mercede
da te a Dio, oh me, nel tuo partire?
Ogni cosa possiede Diomede,
ed io, che più t amai, per lo tuo nganno
rimaso sono in pianto ed in affanno.
13
Chi crederà omai a nessun giuro,
chi ad amor, chi a femmina omai,
ben riguardando il tuo falso spergiuro?
Oh me, che io non so, né pensai mai
che tanto avessi il cuor rigido e duro,
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